Borse in calo, Poste Italiane si sgonfia dopo un buon avvio. CTz per la prima volta negativi. Per i mercati azionari europei giornata di ribassi. Lo sguardo è ormai puntato alle decisioni delle Banche centrali e soprattutto alla riunione della Federal Reserve che è iniziata questo pomeriggio per concludersi domani sera. In calo nelle prime battute, l’indice Ftse Mib si è poi riportato in terreno positivo per poi cedere di nuovo sul finale e chiudere a -1,15%, in linea con gli altri listini del Vecchio Continente.
L’andamento debole di Wall Street non ha certo aiutato. Infatti a fine giornata, il Dow Jones ha perso lo 0,23% a 17.582,36 punti, il Nasdaq ha ceduto lo 0,09% a 5.030,14 punti mentre lo S&P 500 ha lasciato sul terreno lo 0,3% a 2.066 punti. Lo spread BTp-Bund è leggermente salito a 100 punti base, anche se il rendimento del decennale italiano è sceso all’1,44%. L’euro si è mantenuto sopra 1,10 dollari (cambio euro/dollaro e convertitore di valuta).
Da segnalare il debutto in rialzo per Poste Italiane aveva debuttato in rialzo, (+2%) a 6,9 euro, ma oggi ha subito una frenata e ha chiuso sotto al prezzo di collocamento di 6,75 euro (6,7 euro, -0,74%). Molto sostenuti gli scambi: nella prima giornata sono passate di mano oltre 100 milioni di azioni, pari all’8% del capitale. «Questa giornata è la dimostrazione che in Italia le cose si possono fare per bene». Con queste parole l’amministratore delegato delle Poste italiane, Francesco Caio, ha celebrato il debutto della società a Piazza Affari. «Ho la grandissima sensazione – ha detto – di avere condotto una squadra che ha lavorato con entusiasmo. È un passaggio storico importante per il gruppo e mi auguro anche per il Paese».
A Wall Street, nel frattempo, Ferrari è riuscita ad evitare di chiudere quella che sarebbe stata la sua prima seduta dal suo sbarco a Wall Street, il 21 ottobre scorso, sotto il prezzo di Ipo che era stato fissato a 52 dollari. Il titolo del Cavallino rampante ha perso il 2,13% a 53,85 dollari ma nel durante era arrivato a cedere l’11%. Le azioni del gruppo di Maranello avevano incominciato gli scambi al New York Stock Exchange mercoledi’ scorso con il turbo segnando in apertura un +15% a 60 dollari. La prima settimana, seppur corta sulla Borsa americana, era finita in aumento dell’8,4% circa. Inevitabili le mosse delle Banche centrali a mantenere il centro dell’attenzione in questi giorni. Il board della Fed, in particolare, torna a riunirsi a poco più di un mese di distanza dall’incontro che ha sancito il rinvio dell’atteso rialzo dei tassi. Difficile, secondo gli analisti, che Washington decida di agire anche in questa occasione, ma la conferenza stampa di domani sera sarà sicuramente seguita con il massimo dell’attenzione perché Janet Yellen potrebbe fornire indicazioni preziose per l’appuntamento successivo di dicembre.
In Europa, tassi negativi in asta. Il Tesoro italiano ha collocato 1,75 miliardi di CTz a un tasso pari a -0,023%: è la prima volta nella storia che un titolo di questa scadenza (2 anni) viene emesso a tasso negativo. «La prospettiva di un taglio del tasso sui depositi da parte della Bce in un contesto di crescente liquidità favorisce i titoli a breve termine della “periferia” d’Europa», sottolineano gli analisti di UniCredit Research.
Anche l’economia USA è in rallentamento, infatti sul piano macroeconomico dagli Usa continuano a giungere notizie poco incoraggianti: gli ordini di beni durevoli sono scesi a settembre per il sesto mese consecutivo (-1,2%, meno delle attese ma c’è da tenere in conto anche la revisione al ribasso del dato di agosto), in calo anche l’indicatore di fiducia dei consumatori del Conference Board (97,6 punti a ottobre) e l’indice Pmi dei servizi (54,4 in ottobre). L’indice Case-Shiller sui prezzi delle abitazioni è invece salito del 5,1% in agosto come era nelle previsioni.